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La mia esperienza con gli angeli co del golfo di Cagliari continuava a manifestarsi
gli angeli collocati sulla spiaggia dietro casa mia continuavano a farsi sentire e a darmi messaggi da portare alla gente chiedendomi di costruire serate a tema per loro volere, a cui rispondevano molte persone partecipando alle serate organizzate in un circolo a Cagliari.
Durante queste serate gli angeli davano dei messaggi personalizzati ai presenti ( e accade tutt’ora ), la gente arrivava numerosa , e dallo spazio del cuore si condividevano l’amore e la luce divina.
Fu durante una di queste serate che vidi nello spazio psichico ( terzo occhio ) l’immagine di un nuovo mandala da disegnare, e all’orecchio mi fu sussurrato il nome : angeli del golfo.
Stavo vivendo un periodo molto intenso, dovuto ai cambiamenti di ambiente, lavoro , casa ed abitudini….
Iniziai a disegnare il mandala , ma non voleva uscire….
L’immagine che ne ricevevo non mi soddisfaceva, non era tridimensionale, profondo, dinamico come i precedenti….era piatta e somigliava all’immagine che si vede quando si guarda in un caleidoscopio
Lo volevo stracciare, distruggere, non mi faceva respirare….
Ne parlai con il mio compagno, glielo mostrai……
Lui lo trovava bello, e mi convinse a non stracciarlo, a continuare.
Non me la sentivo, era come coltivare una pianta che non aveva messo radici, non riuscivo a trovare un senso nel disegno che stava davanti ai miei occhi, la tridimensionalità era totalmente assente e non voleva prendere forma, non c’era movimento e proprio non mi sentivo connessa col disegno.
In realtà non ero connessa nemmeno con me stessa, il periodo diventava sempre più difficile ed era difficile rimanere in un posto a me estreneo, ma gli angeli continuavano ad esortarmi a rimanere perché mi avevano scelta come canale di comunicazione per la gente.
Tornai a milano per lavoro , non ci pensai più , fino a quando , una volta rientrata decisi di riprendere il disegno in mano ( dopotutto, pensai, non ami i tuoi figli in modo uguale, ma li ami sempre ed intensamente nonostante le loro differenze ).
Fu così che di buona lena mi rimisi a lavorare sul mio mandala.
Iniziai a portare modifiche al disegno originale, ed iniziai ad intravederne la trama , la magia della geometria iniziava ad emergere , a parlami, ad avere un movimento di tipo ordinato e cosmico
Non avevo, fino ad allora considerato il fatto che ogni disegno ha una sua propria vita e che la esprime con dei collegamenti geometrici che i miei occhi e la mia mente possono vedere,un po’ come quando il programmatore crea un nuovo software, nessuno sa come si fa, ma lui sa come funziona e a cosa serve.
Arrivarono, a quel punto anche i colori, dapprima tenui, sfumati, ma anche questo non mi soddisfaceva, c’era in me un bisogno di esprimere le emozioni forti che stavo vivendo in quel periodo della mia vita.
Iniziai a calcare tutti i colori, usando pennelli per sfumarli, e non era mai successo…..
Tutti i quadri e mandala precedenti erano stati realizzati interamente a pastelli colorati, ma mai vennero usati i pennelli, quella era la prima volta.
Fu una sorpresa per me, dato che le mie mani non conoscevano assolutamente l’uso di quello strumento, mi era totalmente estraneo,ma lo maneggiavo con perizia e mi sembrava di conoscerlo da tempo e mi trovavo a mio agio.
Mentre lavoravo intorno al mandala per finire di impostare i colori,mi arrivò nitidissima l’immagine del prossimo quadro… non me la volevo perdere, fu così che intensificai il lavoro per terminarlo in breve tempo così da non perdere l’ispirazione del prossimo mandala che è già nel mio schermo psichico.