mandala n. 9 mari pintau

20.12.2015 14:57

MANDALA N. 9 MARI PINTAU DICEMBRE 2015

il mandala acchiappa virus era ormai finito, ed era stato appeso alla parete come tuti gli altri in modo che potessi vederlo con una certa frequenza.

Spesso pasavo davanti ed essendo espostoin piena luce ne potevo osservare tutte le  sfumature e le geometrie al suo interno.

Mi piaceva e riempiva l’anima e faceva respirare i polmoni mentre continuava a ripulire l’ambiente e le persone che entravano a casa mia.

Dopo un po’ di tempo mi venne voglia di farne un altro……

Presi tutto il materiale necessario….. compassi, righe, matite, colori etc…..

Misi tutto sul tavolo adibito al disegno ed iniziai a tracciare i primi segni….

Fu interessante vedere che non riuscivo più a creare una geometria precisa come quella precedente, l’unico strumento che riuscivo ad usare era il compasso…. Niente altro….

Nella creazione di n mandala, infatti, non si può determinare quale attrezzo si andrà ad usare, si sa solo che si deve squadrare il foglio ed il resto viene da sé.

Ci sta anche il fatto che per progettare , disegnare e colorare un mandala è assolutamente necessario partire da uno spazio interiore di meditazione profonda. Va da sé infatti che quanto più profondo è lo spazio, tanto più bello e significativo sarà il mandala.

Dunque iniziai a tracciare curve con il compasso e dopo qualche ora il mandala era pronto da colorare…..

Lo guardavo ma non mi convinceva……. Tutte quelle forme stondate, dopo la bellezza delle geometrie precedenti non mi davano soddisfazione…..

Una delle regole fisse quando si lavora su un mandala è quella che non non si cancella e non si distrugge, ma si trasforma quello che era stato creato in precedenza….

Così fu…

Lasciai il mandala disegnato nella cartelletta per alcuni mesi, l’ispirazione non voleva tornare…..

Fino a quando, in dicembre del 2015 iniziai a riprenderlo in mano dopo essermi trasferita in Sardegna,

c’erano bellissime giornate piene di sole e l’aria era tiepida…. Spesso mi mettevo in giardino e aprivo il mandala sul tavolo, al sole, e per gioco iniziai a tracciare un po’ di colore, fino q aundo, quasi senza rendermene conto il mandala si presentò a me in tutta la sua bellezza.

Mi fu chiaro che riprendeva alcuni scenari che avevo visto in Sardegna e in particolare lo spettacolo di una località chiamata MARI PINTAU.

Questa era la prima volta che i miei disegni pendevano il nome dopo la loro realizzazione.

 

 

 

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